In quest’articolo l’esperienza di Cristiano Aiazzi, che si occupa di formazione e mental training con allenatori e sportivi. Dopo essersi formato nella nostra scuola, ha iniziato il suo percorso professionale che unisce l’esperienza decennale nel calcio con il coaching e il training.


Una costante della mia vita fin dai primi passi è stato il calcio e tante emozioni, dall’infanzia ad oggi, sono legate a questo sport.

Ho iniziato un po’ come tutti, giocando con gli amici per strada, tornando a casa con le ginocchia sbucciate e con l’unico pensiero che il giorno dopo ci saremmo visti di nuovo per un’altra partita.

La “svolta” è arrivata quando i miei genitori mi hanno iscritto in una vera società di calcio e, nonostante da allora sia passato diverso tempo, ricordo come se fosse ieri il momento in cui sono entrato in campo per la prima volta: avevo sette anni.

Da quel momento di anni ne sono passati poco più di trenta e, se guardo indietro, vedo un bambino che è cresciuto e si è fatto uomo anche grazie al calcio, al quale ho dato tanto e dal quale ho ricevuto tanto in cambio.

Ho imparato a credere in me stesso, a non dare mai niente per scontato, a fidarmi dei miei compagni e ho imparato cosa significa rispettare le regole di un gruppo.
Inoltre quello che mi è sempre piaciuto, è che nello sport non te la puoi raccontare, non puoi trovare scuse per quello che non è andato o dare la colpa a chissà chi. Quando entri in campo non puoi fare il compitino e sperare che gli altri facciano il resto anche per te: ti assumi le tue responsabilità, sapendo che quello che conta è l’atteggiamento con cui affronti le cose… proprio come nella vita.

Da qualche mese ho appeso le “scarpette al chiodo”, come si usa dire in questi casi, difficile capire quando è il momento di smettere ma i segnali arrivano, basta fermarsi ad ascoltare ed è stato come quando una storia d’amore finisce, poco importa chi dei due sia stato a lasciare l’altro, ciò che conta è rimboccarsi le maniche ed andare avanti.

Pensavo quindi di aver chiuso col calcio, di esser passato ormai dalla parte dello spettatore e invece, oggi rientro da una porta di cui ignoravo completamente l’esistenza. Il training ed il coaching mi danno l’opportunità di lavorare nello sport, e il calcio è quello con cui voglio iniziare questa nuova avventura.

Vedo davanti a me una strada mai percorsa e Walk dei Foo Fighter mi suona in testa, faccio un bel respiro e comincio a camminare.