Ci sono alcune storie degne di essere ascoltate perché possono ispirare cambiamenti profondi. Quella di Marcus Willis è una di queste.
È il 2016 quando questo appassionato tennista sta per mollare il suo più grande sogno: dopo tante sconfitte ha deciso di accettare il ruolo di istruttore di tennis negli USA.
Al rientro da un concerto si trova a condividere il taxi con Jennifer Bate; ancora non sa che l’incontro con quella sconosciuta gli cambierà per sempre la vita.
È lei a dirgli: “Non mollare proprio adesso, non andare negli Stati Uniti”.
E lui risponde semplicemente: “Ok”.
A quel tempo Willis è soprannominato “Cartman”, come il personaggio cicciotto di South Park. Si distingue dal resto dei giocatori per la sua insolita pancetta e per l’abitudine di mangiare cioccolato e bere bibite gasate durante i match.
Si presenta alle prequalifiche di Wimbledon da numero 772 al mondo, ma riesce comunque a vincere i tre incontri necessari per accedere alle qualifiche vere e proprie. Lì si scontra con altri tre avversari che nel ranking ATP erano almeno 500 posizioni più in alto di lui e li sconfigge tutti.
È la rivincita del giocatore con la pancetta.
Ma l’incontro più straordinario deve ancora arrivare. È un mercoledì e Marcus si trova ad affrontare sul campo Roger Federer, quella che descriverà come una delle esperienze più entusiasmanti della sua vita. In quell’occasione Marcus non si porta a casa la vittoria, ma la sua storia è diventata ormai leggenda.
Cosa si può imparare da una persona del genere?
- La resilienza: l’arte di non mollare.
A nessuno piace perdere ma c’è chi sa usare le sconfitte per tirare fuori tutta l’energia al momento giusto. Quello che sarebbe potuto essere un fallimento definitivo per Marcus, lo ha trasformato in un fenomeno mondiale. È stato lo stesso Federer a fargli i complimenti dopo averlo affrontato in campo per la straordinaria forza dimostrata sull’erba di Wimbledon. - Non lasciarti intrappolare da come ti definiscono gli altri.
Nonostante la pancetta e le sconfitte, Marcus ha deciso che lui non sarebbe stato un mediocre insegnante di tennis, come qualcuno lo aveva già immaginato. È riuscito a ricostruirsi una nuova identità, quella che lui voleva: si è rimesso in forma, ha sposato la sua musa ed è tornato sul campo dimostrando a tutti che non è mai troppo tardi per riprendere possesso dei propri sogni. - La prima cosa da cambiare è l’attitudine.
Marcus racconta che, dopo aver deciso di provare a qualificarsi per Wimbledon, non sono stati solo i suoi allenamenti a cambiare, ma soprattutto il suo focus mentale che negli ultimi anni non era orientato nel modo giusto. Ogni cambiamento diventa più accessibile quando la mente è disposta a seguirci.
La cosa meravigliosa è che non è necessario avere un campo su cui giocare per far tesoro di questi messaggi.
A volte si pensa che i campioni siano quelli che durante il percorso non hanno mai provato la tentazione di mollare. La realtà è un po’ diversa: spesso chi ce la fa è chi, nonostante possa arrivare la tentazione di mollare tutto, decide di andare avanti per raggiungere la vetta.
Quando il come è forte, il perché non è mai un problema.
Giocare a tennis per Marcus non è solo uno sport o un lavoro, è anche ciò che dà un significato alla sua vita. Quando la motivazione a fare qualcosa è così potente, le persone sono portate a trovare più facilmente un modo per raggiungere il proprio obiettivo. A volte le difficoltà sono legate al fatto che si è perso il contatto con la propria mission personale e con ciò che ci rende davvero unici.
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